L’area del cosiddetto disagio giovanile sembra disegnare una realtà – che alcuni indicatori tendono a mostrare in crescita – di dispersione delle risorse-persona e di depotenziamento della qualità del vivere.
Si tratta di un vasto ambito di “sofferenza sociale” che interessa una popolazione a rischio di emarginazione, caratterizzata da dinamiche di disgregazione dei legami familiari, di abbandono, di povertà culturale, specie per ciò che concerne lo sviluppo di una visione positiva del reale.
A fronte di tale situazione emerge evidente il venir meno della capacità orientativa delle cosiddette agenzie di socializzazione, per via della caduta di significatività dei sistemi di valori e delle esperienze fondamentali dell’esistenza.
In tale contesto, si colloca l’azione inerente gli Oratori promossi attraverso il progetto del Centro Sportivo Italiano Comitato Provinciale di Ancona, portato avanti dalla Mission Società Cooperativa Sociale Sportiva Dilettantistica.
L’Educatore, nel suo operare, dovrà impegnarsi affinché possano realizzarsi gli obiettivi qui di seguito riportati.
“L’oratorio è l’azione pedagogico-pastorale della parrocchia rivolta all’intera comunità giovanile, realizzata attraverso la struttura che, in ragione della realtà territoriale in cui si incarna, assume differenti modalità di realizzazione.
… proprio in Oratorio il fanciullo (e spesso non solo lui) fa la sua prima esperienza di Chiesa; è qui che compie una prima significativa esplorazione alla ricerca di una fede che, possibilmente, lo dovrà accompagnare nella vita; è qui, tra le stanze del catechismo, il cortile e i campi sportivi che egli incontra modelli credibili di cristiani adulti che prefigureranno l’incontro con Gesù, concreto modello di vita cristiana.”
Si tratta di un luogo sul territorio, capace di creare occasioni nelle quali i giovani rivestano un ruolo centrale e da protagonisti. Un luogo in grado di offrire attività di qualità (laboratori, attività sportiva, teatrale, musicale, di danza, attività di studio) grazie alle quali i giovani – specie quelli che hanno poche occasioni di incontrare la bellezza – possano crescere, maturare, sviluppare una personalità piena e di senso sociale.
Innanzi tutto, al centro della vita dell’oratorio vi è il gioco, mezzo di educazione attraverso cui il fanciullo, il ragazzo, il giovane esprimono il loro protagonismo e manifestano i lati positivi e negativi della propria personalità.
Il gioco, così, diventa l’occasione per la trasmissione di regole e per l’applicazione concreta di virtù morali.
Durante il gioco si crea un dialogo privilegiato tra l’educatore e il ragazzo, fondamentale per la realizzazione del progetto educativo.
Oltre il tradizionale “gioco da cortile”, in oratorio, si trovano molte e diverse forme di animazione ludica, dal gioco organizzato, al grest per l’animazione dell’estate, ai giochi di società e da tavolo, aperti alla partecipazione di tutti senza limitazioni.
Accanto al gioco, che ne diventa azione propedeutica, si indica lo sport. Nella pratica sportiva il ragazzo costruisce la propria personalità attraverso l’allenamento e il sacrificio, apprende a far parte di un gruppo, aderisce a stili di vita positivi, realizza cioè parte considerevole di quegli elementi fondanti la prassi educativa, appunto dell’oratorio.
Attraverso lo sport, poi, l’oratorio ha l’occasione di fare una proposta ampia che raccolga il consenso di molti, anche dei meno dotati, accolti ed inseriti in un ambiente favorevole alla socializzazione e alla crescita individuale.
In oratorio, inoltre è possibile aderire a proposte culturali attraverso la partecipazione alle attività educative legate al teatro, alla musica, e alla danza. Attraverso la riflessione in gruppo sui grandi temi del presente, analizzate in un’ottica cristiana, il ragazzo si apre al mondo e riesce a comprendere il senso di un suo eventuale impegno.
Un’analoga funzione si realizza quindi attraverso il cineforum, l’elaborazione di pubblicazioni, quali il giornale dell’oratorio e l’utilizzo del web sia a livello tecnico che a livello di prevenzioni dei rischi a cui si può andare incontro.
In particolare:
- analizzare la realtà del territorio in rapporto alle esigenze delle persone
- attivazioni di laboratori manipolativi
- svolgimento giochi di conoscenza e giochi liberi
- definire le attività sportive, di teatro, di musica e di danza da promuovere
- lancio e promozione di attività continuative
- cercare la collaborazione di volontari inseriti nelle problematiche delle attività prescelte per costituire un gruppo organizzato
- definire l’attività in funzione delle diverse età delle persone interessate all’attività scelta
- definire i calendari delle diverse attività
- saper studiare con un metodo di lavoro personale ed efficace
- saper riconoscere il proprio stile relazionale al fine di saper individuare strategie efficaci di comportamento che possano contribuire al successo formativo
- interfacciarsi, secondo le modalità e i tempi definiti dalla cooperativa, con i referenti designati dalla stessa cooperativa per le azioni di monitoraggio, valutazione e rendicontazione del progetto
Risultati attesi:
Date le caratteristiche specifiche del progetto, anche i risultati attesi sono legati alla realizzazione del progetto nel suo complesso e più specificatamente al conseguimento dei seguenti risultati complessivi:
-sviluppo personale e sociale dei giovani destinatari dell’intervento
- miglioramento del dialogo intergenerazionale
- integrazione e incremento dei servizi fruibili da parte dei
giovani e delle loro famiglie